L'Unzione degli Infermi

Il sacramento riservato ai malati veniva chiamato "estrema unzione". "Questa unzione viene chiamata "estrema" perchè è amministrata per ultima, dopo le altre unzioni affidate da Cristo alla sua Chiesa" come segni sacramentali.

Pertanto "estrema unzione" vuole significare quella che si riceve normalmente dopo le unzioni del battesimo, della confermazione o cresima, ed eventualmente dell'ordinazione sacerdotale, se uno è sacerdote. Nulla dunque di tragico in tale termine: estrema unzione vuol dire l'ultima unzione, l'ultima della lista, l'ultima in ordine di tempo.
L'olio per le sue proprietà che lo rendono inafferrabile, penetrante e corroborante, resterà per noi cristiani innanzitutto il segno della guarigione e della luce ed il simbolo dello Spirito Santo.
L'unzione degli infermi non è un rito di consacrazione, come quello del battesimo e della confermazione, ma un gesto di guarigione spirituale e corporale da parte di Cristo attraverso la sua Chiesa. Nel mondo antico, l'olio era la medicina che normalmente veniva applicata sulle ferite. Così come ricorda il buon samaritano della parabola evangelica che versa sulle ferite di colui che era stato aggredito dai briganti del vino per disinfettarle e dell'olio per lenirne i dolori. Ancora una volta il Signore prende un gesto della vita quotidiana e concreta (l'uso medicamentoso dell'olio) per assumerlo come funzione rituale ordinata alla guarigione dei malati e al perdono dei peccati. In questo sacramento, guarigione e perdono dei peccati sono associati.
Se la malattia è il male di tutto l'uomo (corpo e spirito) e la manifestazione del suo male spirituale (il peccato), il rimedio dell'unzione si rivolge a questa totalità umana allo scopo d'apportarle la salvezza, una salvezza di grazia, che si realizzerà secondo il segno ancora provvisorio della guarigione, o la salvezza nella gloria mediante l'entrata nell'universo della risurrezione.
Gli effetti dell'unzione sono la salute del corpo e la remissione dei peccati: cioè la salute totale dell'uomo. Anche questo sacramento, come tutti gli altri, è una celebrazione comunitaria. Deve essere celebrato in una riunione fraterna della famiglia umana e cristiana attorno a questo suo membro sofferente.
Tutta la Chiesa per gli ammalati, gli ammalati per tutta la chiesa, nel Cristo sofferente e glorioso. L'unzione degli infermi quindi non è un rito funebre, ma un aiuto per vivere cristianamente la malattia. Vivere la malattia può includere anche l'atto supremo della vita: il morire. L'accoglienza serena della morte realizza nel modo più autentico la nostra vita cristiana: vita di fede, di speranza e di carità. Anche per il cristiano, come per Cristo, giungerà prima o poi l'ora di passare da questo mondo al Padre. Anche il cristiano, come Cristo, darà la risposta che esprime il totale abbandono fiducioso: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito"